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TITOLO ORIGINALE: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull
PRODUZIONE: USA
ANNO: 2008
REGIA: Steven Spielberg
INTERPRETI: Harrison Ford, Karen Allen, Cate Blanchett, Shia LaBeouf, John Hurt, Ray Winstone, Jim Broadbent
Scheda IMDB
TRAILER
Attesissimo ritorno per l'archeologo più famoso del mondo. Da anni infatti ne parlavano TV e giornali, senza mai dare notizie certe. Sono sicuro che sia Spielberg che Harrison Ford abbiano sfogliato a lungo la margherita dicendo... lo facciamo...non lo facciamo...lo facciamo...non lo facciamo...lo facciamo...non lo facciamo... Alla fine (purtroppo...) l'hanno fatto! Ed eccolo qua, ben confezionato per le nuove generazioni, il quarto capitolo di una delle saghe più famose di sempre. Ecco Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, titolo lunghissimo e orribile, che già lascia presagire ciò che puoi trovare dentro. Anch'io, come Spielberg e Ford ho sfogliato la mia bella margheritina, ma le ponevo domande diverse: lo guardo...non lo guardo...lo guardo...non lo guardo...lo guardo...non lo guardo... Alla fine, visto il mio passato da IndianaFan, ahimé, ho optato per il sì! Tanto... 3 euro e 50 li avrei buttati anche in qualche altra stronzata... buttiamoli in questa! Mi sono preparato bene... ho preso in prestito il cofanetto con la vecchia trilogia e tra un giorno e l'altro sono riuscito a rivederla tutta. Il primo capitolo, I predatori dell'arca perduta, lo ricordavo pochissimo. Del resto lo vidi quand'ancora ero molto piccolo, quindi poche scene e pochi flash ritornavano alla mia mente. Stessa cosa vale per il secondo capitolo, Indiana Jones e il tempio maledetto. Il terzo invece, Indiana Jones e l'ultima crociata, lo ricordavo benissimo, quasi alla lettera. Forse tra i tre resta quello che ho preferito, nonostante sia il più criticato. La presenza di un simpaticissimo Sean Connery (nel film interpreta Henry Jones Sr. , padre di Indiana) ha probabilmente influenzato il mio giudizio. Quel che più mi ha sorpreso rivedendoli è che il mio gusto cinematografico sia cambiato vertiginosamente nel corso degli anni. Se da piccolo ero pazzo di Indiana (alzi la mano chi non ha mai sognato di diventare un archeologo guardando questi film!) oggi mi sono ritrovato un po' perplesso. Va bene, siamo d'accordo, è cinema d'intrattenimento. Si sa che lo spettacolo la fa da padrone, anche a costo di dover perdere ogni traccia di realismo, ma... Ecco, ma! Ma che? Troppe, troppe, troppe esagerazioni. Anche entrando nella dimensione fantastica del film non c'è niente di credibile. Per fare un esempio... guardando una delle mie trilogie preferite, Ritorno al futuro, riesco ad entrare nella dimensione fantastica del film e tutto mi risulta assolutamente reale e divertente. Ma qui... oddio, non ci riesco. Ci riuscivo forse da piccolo, ma ora non più. Che sia passato dalla parte degli scettici? Che sia diventato un cinefilo con la puzza sotto il naso? Azz, è una prospettiva agghiacciante! E con questo spirito turbato mi accingo ad assistere al nuovissimo quarto capitolo della saga. A sconvolgere ancor di più le mie aspettative, dopo la revisione dei vecchi film e la mancanza di fiducia nel titolo, c'è la consapevolezza che al giorno d'oggi gli effetti speciali digitali rovinano al 70% le pellicole, rendendole ancor più sgradevoli e indigeste. Ma ormai c'ero dentro fino al collo, dovevo andare avanti. Come al solito (manco a dirlo...) per vederlo ho dovuto superare mille peripezie (ogni volta che devo vedere un film affronto imprese titaniche ben peggiori di quelle di Indy...), ma ce l'ho fatta! Proprio ieri sera, all'ultimo spettacolo disponibile qui nel mio paese (oggi si cambia... dopotutto lo proiettano da due settimane!). Ore 22.45, dopo un quarto d'ora di cinepubblicità inizia lo spettacolo. Vediamo subito che gli anni sono passati, l'ambientazione passa dal periodo nazista del precedente capitolo a quello della guerra fredda: è il 1957. I nemici non sono più le SS, bensì i russi del KGB, capitanati da Irina Spalko, una algida e zerozerosettiana Cate Blanchett in versione "look Valentina". Il buon vecchio Indiana, fin dalle prime battute, oltre alle visibile rughe e gli inevitabili capelli d'argento, mostra una stanchezza fisica del tutto normale. Più lento nei movimenti e negli slanci, ma i cazzotti improvvisi e i salti nel vuoto non mancano mai. Man mano che scorrono le immagini del film e si susseguono le esagerazioni io penso...saranno le ultime! Sì, dai, non avranno il coraggio di superarsi! Ma... l'hai vista questa? Incredibile! Da esplosioni atomiche dalle quali si esce illesi a sfide al fioretto in cui uno dei contendenti rimane in equilibrio e in spaccata con un piede su una macchina (in corsa...) e l'altro su un'altra macchina (sempre in corsa!)... da acrobazie supersoniche in motocicletta... a sabbie mobili, dalle quali si esce usando un serpente come corda... Ce n'è per tutti i gusti (e disgusti...)! Certo poi... se consideriamo le incredibili imprese del passato, Spielberg si è visto costretto a tirare in ballo nientepopodimeno che... gli alieni! Sì, avete letto bene! Gli ALIENI! Il teschio di cristallo che dà titolo al film ha proprio a che fare con gli alieni. Le scene forse più ridicole sono proprio quelle in cui compare questo teschio, oggetto assurdo e improponibile, che gira tra le mani dei protagonisti in modo grottesco. Per il resto... l'ironia di un tempo latita, non è più l'arma vincente come nei precedenti film. I personaggi non lasciano il segno, né quelli nuovi né i clamorosi ritorni. Il padre e l'amico Marcus Brody sono passati a miglior vita, come possiamo vedere in una scena del film, ma al loro posto ecco arrivare un nuovo intraprendente junior: Mutt Williams (alias Henry Jones III), il figlio (sconosciuto) di Indy, interpretato da Shia LaBoeuf. Chi è la madre? Beh, questo non ve lo anticipo, anche se lo potrete anche vedere in tutti i siti in cui se ne parla. Io non sono rimasto sorpreso, perché oltre ad immaginarlo ho anche avuto conferma sentendolo dire nell'intervallo a una "simpatica" signora bionda seduta davanti a me. La scena in cui questa donna misteriosa sarebbe comparsa l'avrei vista nel secondo tempo...
Comunque...è meglio che non vi anticipi altro... nel caso in cui qualcuno di voi abbia la voglia (e il coraggio...e la pazzia...) di volerlo vedere. L'importante è andare al cinema con lo spirito giusto, senza grandi aspettative. E' il solito polpettone mangiaincassi sommerso di effetti (o cazzetti...) speciali, luoghicomuni, risse e spettacolo, e altre cazzate simili... Per i nostalgici degli anni '80 (come me...) la visione è d'obbligo: la cosa più bella infatti è poter rivedere i vecchi luoghi come l'università o la stessa casa di Indy. Le citazioni poi si susseguono ininterrottamente... e il bello sta proprio nel coglierle, visto che alcune durano anche un attimo. Come quella, ad esempio, nelle battute iniziali, quando i protagonisti si trovano in un archivio di stato, dove tra le varie casse si può scorgere, dimenticata in un angolo, quella con l'Arca dell'Alleanza. E poi le varie peripezie tra padre e figlio, che ricordano molte quelle tra lo stesso Indy ed Henry Jones Sr. nel terzo capitolo: su tutte la scena dell'inseguimento in cui i due scappano in moto; Indiana, stavolta è il passeggero, alle spalle di un figlio più spericolato che mai. Scena più bella? Quella finale... :D Oltre a dare un senso di liberazione (doppio... perché pare che potrebbe essere un giusto finale per la saga...ormai Ford è troppo vecchio per questi panni), è simpatica, divertente, e mostra un gesto (forse scontato...) ma che sarà l'unica cosa che rimarrà fissa nella memoria tra un paio d'anni: l'unico Indy è lui, diffidate dalle imitazioni (e dagli eredi...)! Ovviamente il gesto non ve lo racconterò...altrimenti sarei più stronzo della "simpatica" signora bionda seduta davanti a me!
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